Ho scoperto di avere un letto montessoriano...

Per la seconda volta sono incappata in un blog che raccontava dell'esperienza nanna di un bebè in un letto montessoriano. 
Per la seconda volta ho visto il letto che anche noi abbiamo acquistato per i nostri figli, quelli più piccoli.
L'abbiamo comprato all'Ikea, con l'idea di far avere un letto ai nostri figli. Francamente non mi è venuto in mente di scomodare la signora Montessori per capire quale sarebbe stata la soluzione ottimale per loro, mi sono affidata all'istinto, forse una certa esperienza - dato che sono al terzo giro - e in ultimo forse anche un sottile spirito di osservazione.
Ho osservato la natura dei bambini: loro non restano immobili, amano arrampicarsi e fatalmente non amano restare dove gli si dice di restare.
L'equazione ha prodotto un lampo di genio insperato: perché non compriamo un letto rasoterra?
Vuoi vedere che se cade da 20 cm non si ammazza? 
Così a 13 mesi Tristano è stato trasferito nella sua stanza, nel letto Ikea, o montessoriano che dir si voglia.
Ma vi confiderò altro ancora...
Avevamo disposto una spondina, non fosse mai che gli venisse in mente di rotolare fino al centro della stanza... L'abbiamo rimossa!
No, non abbiamo chiesto il permesso a nessuno stratega psicopedagogico: tutta farina del nostro sacco.
Dopo quasi un mese trascorso ad alzarci ogni notte per districare Tristano dalla spondina, abbiamo capito che lasciarlo libero di alzarsi ed intrufolarsi nel lettone a piacimento, ci avrebbe regalato sonni più statici e riposanti. 
E' vero, non è stato un gesto volto a stimolare l'indipendenza e la libertà d'azione del bambino, ma un gesto di sopravvivenza genitoriale, poiché nell'equazione famiglia coesistono genitori e figli.
Ora mi aspetto l'orda di critici che inveisce contro di noi genitori, rei di non stimoliare l'autonomia del sonno nel proprio letto, agevolando invece la sindrome del mammismo. Si sa che permettere l'intrufolarsi dei figli nel lettone, nel cuore della notte, produce effetti devastanti sullo sviluppo psicomotorio dell'infante: in età adulta potrebbe non lasciare mai la casa materna!
Per curiosità ho digitato su Google "letto montessoriano"... non avevo idea che fosse un culto di cotanto rilievo!
In conclusione: dando un'occhiata in giro ce n'é per tutti i gusti e su tutti gli argomenti.
Ci sono risposte per tutto, soluzioni e strategie per ogni evenienza, eppure a me non rassicura affatto l'onniscienza, piuttosto mi preoccupa.
Ogni genitore è genitore a modo suo. Ogni figlio è figlio a modo suo.
Non ho ancora trovato nessuno che fa partire l'educazione del bambino dalla relazione genitore-figlio.
Piuttosto l'intenzione è il raggiungimento di un fine specifico: autonomia, indipendenza, stimolare le capacità, rendere i figli persone adatte alla vita sociale, persone capaci di realizzarsi nella vita, quindi di trovarsi un lavoro e formarsi una famiglia, perché è dato come assunto che questa sia la vera realizzazione nella vita.
Mangia questo e quello, dormi così, parla colà... cosa DEVI  saper fare a 1 anno, a 2 anni, a 3 anni e così via... Poi la scuola, lo sport, la musica, questo, quello e quell'altro.
Il genitore DEVE essere un certo tipo di genitore, DEVE rispondere in un certo modo, DEVE impegnarsi per offrire al figlio questo, quello e quell'altro.
In breve, siamo tutti foche ammaestrate.
Non fa per me. ripartiamo da zero. Tabula rasa.
Ci sono cose che mi riescono, altre che non mi riusciranno mai. Pazienza. i miei figli se ne faranno una ragione.
Io sono questa madre, questa persona, porto con me il mio retaggio di figlia, la mia cultura e la mia esperienza. Non so tutto e non potrò mai sapere tutto. Meglio così: posso conservare ancora una qualche forma di incoscienza.
Non voglio crescere foche ammaestrate, ma figli che abbiano un cervello pensante. Persone capaci di saper scegliere tra ciò che offre loro emozioni positive e negative. 
Capacità critica. 
Tutta questa onniscienza ci lascia spazio per pensare?
Pensiamoci.

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